Dal Seicento alla digitalizzazione. Una prospettiva sui periodici attraverso il catalogo CoBiS LOD

I secoli Seicento e Settecento assistono alla diffusione della produzione tipografica e alla crescita sempre più rapida e significativa delle pubblicazioni in serie. La prima tipologia di periodico a vedere la luce è quella delle gazzette, nate nel Seicento, che si rivolgono a uomini di corte, uomini d’affari, funzionari e diplomatici. Nelle gazzette vengono raccolte le informazioni d’attualità, riportate in modo obiettivo e senza il giudizio personale del compilatore delle notizie (un giornalista ante-litteram)1.

Ma l’Europa del Seicento vede presto nascere anche un nuovo genere di periodico, quello che si rivolge a un pubblico di letterati e colti: il periodico che parla di libri, che ne consiglia o sconsiglia la lettura, che illustra le nuove pubblicazioni. Anche in questo caso il punto di partenza è quello di un giudizio obiettivo sui libri, ma, a poco a poco, la figura del “compilatore” finisce con l’avvicinarsi sempre più a quella del “giornalista” moderno: un autore che non ricerca più l’imparzialità e che preferisce recensire sfruttando il proprio spirito critico2.
Il primo esempio di periodico letterario in Italia è rappresentato dal Giornale de’ letterati, che nasce a Roma nel 16683.
Con l’affacciarsi della seconda metà del Settecento, il periodico per letterati comincia però a mostrare i suoi limiti, poiché la società sta mutando. Rivolgersi solamente ai letterati diventa un atteggiamento troppo settoriale: il livello di istruzione della società aumenta, chi esce dalle scuole pubbliche è un nuovo potenziale lettore, il ceto medio si emancipa; al nuovo lettore interessa quel che va di moda nella società, gli spettacoli che hanno successo, l’arte che riesce a commuovere ed emozionare4.
Uno dei più famosi esperimenti giornalistici che provano a rispondere a queste nuove esigenze sociali è Il Caffè (1764), fondato a Milano dai fratelli Verri5.
Bollettino storico-bibliografico subalpinoAl tempo stesso, aumentando sempre più la concorrenza fra giornali, alcune riviste scelgono invece di specializzarsi in singole discipline per raccogliere attorno a sé gli specialisti di una professione: medicina e legge rientrano tra le più quotate6.
Dunque sono due gli sviluppi possibili dei periodici letterari dal Settecento in avanti: specializzarsi in studi settoriali e professionali, oppure espandersi verso un pubblico più vasto e mediamente colto.
Se ci focalizziamo sul Piemonte, notiamo come il fenomeno del periodico muova i primi passi dall’ambiente accademico: l’iniziativa giornalistica è innanzitutto quella di un giornalismo erudito, interessato alla scienza e alla storia patria. Lo Stato sabaudo, infatti, imponendo le sue riforme dall’alto, non lascia alla popolazione lo spazio per partecipare attivamente alla vita politica: per questo motivo in Piemonte fatica a nascere un giornalismo volto al dibattito d’attualità, di politica, di economia7.
Sono esemplari di bollettini specialistici piemontesi due periodici risalenti al XIX secolo e conservati all’interno delle biblioteche del CoBiS: il Bollettino storico-bibliografico subalpino, periodico della Deputazione Subalpina di storia patria, nato nel 1896 e tutt’ora in corso, conservato non solo alla biblioteca della Deputazione ma anche all’Istituto di Studi storici Gaetano Salvemini, all’Accademia delle Scienze di Torino e all’Associazione Archivio storico Olivetti, e il Bollettino dei Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino, pubblicato tra 1886 e il 1942 e conservato all’Accademia di Medicina e all’Accademia delle Scienze.Bollettino dei musei di zoologia ed anatomia comparata Entrambi i periodici sono accomunati dall’interesse per settori disciplinari specifici, in particolar modo il Bollettino storico-bibliografico subalpino si concentra sulla storia del Piemonte e degli ex Stati sabaudi, mentre il Bollettino dei Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino raccoglie contributi scientifici di studiosi nel campo della zoologia. Ma se consideriamo altri periodici culturali piemontesi dell’Ottocento, troviamo anche Il subalpino: giornale di scienze, lettere ed arti, pubblicato tra il 1836 e il 1839 e conservato all’Accademia delle Scienze. Il subalpinoQuest’ultimo si propone di trattare una vasta serie di discipline scientifiche e culturali (tra le quali filosofia, storia, archeologia, filologia, giurisprudenza, economia, scienze naturali, letteratura, arte…) e proprio perciò auspica a raggiungere e a istruire un maggior numero di lettori.
Se analizziamo il XX secolo, di fronte a una mutata situazione storica ci troviamo anche di fronte a nuovi canali informativi, molti dei quali sempre più indirizzati a un pubblico di lavoratori, di operai; giornali che danno spazio a dibattiti di politica e di attualità, e che cercano di coinvolgere attivamente i lettori. È interessante notare come questo genere di periodico, dalla vocazione meno intellettualistica rispetto ai periodici letterari e culturali, trovi comunque importante continuare a dare spazio alla cultura, all’arte, alla letteratura. Valorizzare il ruolo della cultura all’interno della società è una scelta che accomuna periodici anche molto diversi tra loro.
Il rinnovamentoConsideriamo a questo proposito altri tre giornali dei beni librari del CoBiS: Il Rinnovamento, periodico della Fondazione Giorgio Amendola, pubblicato tra il 1984 e il 1993, conservato alla biblioteca della Fondazione stessa e all’Istituto di studi storici Gaetano Salvemini; Azione nonviolenta, nato nel 1964 e ancora in corso, conservato all’Istituto di studi storici Gaetano Salvemini; il Giornale di fabbrica Olivetti, pubblicato tra il 1949 e il 1951, conservato all’Associazione Archivio storico Olivetti.
Il Rinnovamento e il Giornale di fabbrica Olivetti nascono con degli obiettivi molto simili: la realtà a cui si rivolgono è quella del mondo del lavoro, delle aziende, degli operai, dei dirigenti; la speranza è quella di creare uno spazio adibito al dialogo e al confronto, alla circolazione di informazioni e notizie e, non in ultimo, allo scambio di spunti e stimoli culturali. Cultura e lavoro devono andare di pari passo. La cultura permette al lavoratore di emanciparsi, di prendere coscienza della sua posizione sociale e dei suoi diritti, e di formare il suo spirito critico.Giornale di fabbrica Olivetti
Facciamo l’esperimento di sfogliare il primo numero de Il Rinnovamento (aprile 1984): troviamo subito, nell’indice, un contributo di Marziano Guglielminetti dal titolo “Serve ancora la poesia?” e un altro di Francesco De Bartolomeis intitolato “La cultura è progresso?”. Se apriamo invece il primo numero del Giornale di fabbrica Olivetti (1949), leggiamo già alla terza pagina l’estratto di un libro (“Il libro del mese”: Le donne di Messina di Elio Vittorini) e la recensione di un film (Tramonto di Salomè) e di nuovo, alla pagina successiva, il resoconto di una Mostra d’Arte Olivetti, curata dagli “Amici della Biblioteca”. E infine, Azione nonviolenta, rivista fondata a Perugia da Aldo Capitini come organo mensile del Movimento nonviolento: nel primo numero (1964) è presente un’intera pagina dedicata ai libri, alle riviste e agli articoli (italiani e non) sulla pace e la nonviolenza, con consigli bibliografici per approfondire la figura di Gandhi.Azione nonviolenta
Più recentemente a Torino, nell’anno 2010, nasce sempre in ambito culturale Palazzo Madama:studi e notizie8, rivista online annuale del Museo civico d’arte antica, presente nella biblioteca dell’Istituto per i Beni Musicali in Piemonte, che narra l’attività del Museo e raccoglie contributi e studi su Palazzo Madama.
Ognuno dei periodici del CoBiS precedentemente citati è stato digitalizzato e caricato su Internet Archive e di conseguenza è consultabile da tutti i lettori, che possono accedervi tramite il catalogo dati CoBiS9.
Nella nostra società la circolazione dei periodici è anche legata all’utilizzo del web e all’importanza crescente del digitale. Questo processo non ha impedito la realizzazione del periodico cartaceo, ma si è posto in modo sempre più significativo come un’utile integrazione: le riviste possono farsi conoscere da tutti gli utenti e facilitare lo studio e la ricerca.
In generale l’utilizzo della rete ha ormai reso possibile la pubblicazione e la consultazione di una grande quantità di informazioni provenienti da fonti esterne interconnesse. L’obiettivo è di rendere accessibile a tutti la documentazione dei periodici anche tramite il catalogo aumentato del portale Linked Open Data del CoBiS, un catalogo in continuo aggiornamento e incrementato da risorse esterne, nel quale sono presenti i documenti digitalizzati. Attraverso il processo di interlinking, che collega i dati del CoBiS a quelli di fonti LOD esterne, il portale si arricchisce in tempo reale. L’idea-guida del progetto Linked Open Data è quella di condividere e valorizzare il patrimonio culturale creando nel web una vera e propria rete articolata di conoscenze10.
I dati del catalogo CoBiS LOD sono consultabili in due modalità: attraverso l’interfaccia del portale oppure tramite l’endpoint SPARQL Virtuoso, filtrando i risultati in modo più specifico e puntuale.
Questo punto di accesso espone i dati strutturati del catalogo sotto forma di triple, informazioni descritte in forma tripartita, soggetto – predicato – oggetto, che è possibile interrogare attraverso un linguaggio specifico comprensibile per gli elaboratori: il linguaggio di interrogazione SPARQL.
Possiamo cominciare impostando una query che permette di visualizzare tutte le edizioni che appartengono alla categoria “periodici” e che hanno una digitalizzazione su Internet Archive:

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}

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Possiamo aggiungere, tra le condizioni, la di filtrare i risultati in base alla lingua, selezionando quella italiana:

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 where

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E ancora, possiamo chiedere quali biblioteche conservino le copie di questi periodici:

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}

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Vai al risultato

Come ulteriore passaggio, possiamo anche effettuare ricerche in base a un soggetto specifico. Per esempio, possiamo selezionare i periodici digitalizzati in lingua italiana che riportano la parola “Cultura” come soggetto:

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where

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?instance bf2:subject "Cultura" .

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Le query possono essere effettuate combinando fra loro vari dati, di cui altri esempi sono visualizzabili ai seguenti link:

A cura di Marta Nicoli


Note

1 Ricuperati Giuseppe, Giornali e società nell’Italia dell’Ancien Régime (1668-1789), in La stampa italiana dal Cinquecento all’Ottocento , a cura di Carlo Capra, Valerio Castronovo, Giuseppe Ricuperati, Roma-Bari, Laterza, 1985, pp. 71-72.
2 Ivi, p. 75.
3 Ivi, p. 76.
4 Ivi, p. 192.
5 Ivi, p. 209.
6 Ivi, p. 242.
7 Ivi, pp. 340-343.
8 https://www.palazzomadamatorino.it/it/palazzo-madama-studi-e-notizie-0
9 https://dati.cobis.to.it/
10 Borgi Elena, Calabrese Valeria, Morabito Gabriella, Secinaro Emanuela, Viotto Anna Maria, Biblioteche in cammino. L’esperienza del CoBiS: i progetti Linked Open Data e Digital library, in «Digitalia», 2019, vol. 2, pp. 45-46.

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  • Cremante Renzo, I giornali emiliani del Seicento e Settecento: aspetti della cultura letteraria e scientifica, in Scienza e letteratura nella cultura italiana del Settecento, a cura di Renzo Cremante, Walter Tega, Bologna, Il Mulino, 1984, pp. 341-362.
  • Carnevale Sciaudone Maria Teresa, Il ruolo delle riviste letterarie nella cultura italiana tra le due Guerre, Napoli, Conte, 1985.
  • Mondello Elisabetta, Gli anni delle riviste: le riviste letterarie dal 1945 agli anni Ottanta, Lecce, Milella, 1985.
  • Ricuperati Giuseppe, Giornali e società nell’Italia dell’Ancien Régime (1668-1789), in La stampa italiana dal Cinquecento all’Ottocento, a cura di Carlo Capra, Valerio Castronovo, Giuseppe Ricuperati, Roma-Bari, Laterza, 1985, p. 67-386.
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