Digitalizzare i beni culturali: la necessità di un impegno comune

Negli ultimi decenni, a partire dagli anni novanta, si sono moltiplicate le iniziative di digitalizzazione di beni culturali.

Digitalizzazione

Attività di digitalizzazione all’Accademia delle Scienze di Torino

Si tratta di interventi che rispondono, nella grande maggioranza dei casi, a una duplice esigenza. Da una parte, le nuove tecnologie concorrono alla tutela di un patrimonio artistico, archivistico e librario spesso fragile o in precario stato di conservazione, che viene reso fruibile nella sua riproduzione digitale senza rischi per gli esemplari fisici. Oltre a ciò, l’avvento del digitale favorisce la valorizzazione dei beni culturali, consentendo di raggiungere un’utenza sempre più vasta e diversificata, non costituita soltanto da esperti e studiosi, anche attraverso l’inserimento delle riproduzioni digitali all’interno di percorsi tematici e di mostre virtuali.

Gli Istituti Centrali del Ministero della Cultura hanno subito compreso l’importanza di fornire degli strumenti, sia metodologici che tecnologici, per orientare gli enti conservatori nelle iniziative di digitalizzazione: il primo intervento dell’Istituto Centrale per il Catalogo Unico (ICCU) che va in questa direzione è rappresentato dalle Linee di indirizzo per i progetti di digitalizzazione del materiale fotografico, pubblicate nel 2004 sulla scia di politiche già in atto a livello europeo. Parallelamente, l’ICCU ha portato avanti il progetto di realizzazione di una biblioteca digitale nazionale con la costituzione, nel 2001, del Comitato Guida della Biblioteca Digitale Nazionale1 e con la pubblicazione, nel 2005, della prima versione di Internet Culturale, portale pensato come punto di accesso unico alle collezioni digitali delle biblioteche italiane. L’obiettivo delle iniziative messe in atto era quello di «garantire l’evoluzione del Servizio Bibliotecario Nazionale da struttura erogatrice di servizi catalografici e di ricerca a struttura di creazione e diffusione in rete di nuovi strumenti di conoscenza»3 : un fine raggiungibile solo attraverso la cooperazione tra archivi, biblioteche e musei, con la definizione di standard metodologici e la condivisione sulla rete del materiale digitalizzato.
Malgrado lo sforzo degli organi centrali, tuttavia, i risultati perseguiti sono solo parziali: a distanza di quasi due decenni la situazione italiana appare frammentata ed è difficile anche quantificare il lavoro di digitalizzazione portato avanti talvolta da singoli istituti. Per porre rimedio a questa situazione, caratterizzata dall’esistenza di un numero indefinito di sistemi informativi che non sempre riescono a dialogare tra loro, da alcuni anni è stato costituito l’Istituto Centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale – Digital Library (DPCM 196/2019).
All’Istituto è attribuito un ruolo di coordinamento e di promozione dei programmi di digitalizzazione pertinenti al Ministero della Cultura tramite la redazione del Piano nazionale di digitalizzazione del patrimonio culturale (PND).
Il PND non vuole essere un documento prescrittivo, bensì costituire un punto di riferimento metodologico e operativo per quanti vogliano avviare progetti di digitalizzazione e, quindi, guidare gli istituti della cultura verso una «trasformazione digitale consapevole, partecipata, condivisa, sostenibile e inclusiva»4 .
Il PND non ha soltanto l’obiettivo di risolvere le problematiche originate da una gestione diffusa e territoriale del processo di digitalizzazione: esso mira a sfruttare le potenzialità del digitale al fine di creare un ecosistema digitale del patrimonio culturale, fondato sulla definizione di relazioni semantiche tra gli elementi e nel quale sia garantita l’interoperabilità, così da poter superare i limiti dettati dalla collocazione fisica dei beni. Dell’ecosistema digitale è parte anche l’utente, che non è considerato più solo un fruitore e che, al contrario, è coinvolto attivamente nella creazione e nella rimodellazione dell’ecosistema stesso. Proprio per questo, il PND riserva all’utente un ruolo centrale, in conseguenza anche della ratifica della Convenzione di Faro, che ha determinato un vero e proprio cambio di paradigma nella concezione del patrimonio culturale: i beni artistici e paesaggistici non sono importanti in quanto tali, ma perché portatori di valori che contribuiscono allo sviluppo della democrazia e, in generale, al miglioramento della qualità della vita della comunità, e i cittadini sono chiamati a partecipare attivamente alla vita culturale.
Il più importante intervento di rilevanza nazionale finora realizzato è rappresentato dalla piattaforma Alphabetica punto di accesso all’«ecosistema digitale dei servizi bibliografici nazionali»5 , attiva dal dicembre 2021. Il nuovo portale garantisce una maggiore interoperabilità con altri sistemi informativi grazie ad un contestuale implemento delle basi di dati di pertinenza di ICCU e all’adozione dello standard IIIF.
Oltre ad Alphabetica, non mancano in Italia esperienze di creazione di poli digitali generati dalla cooperazione tra enti e dalla costituzione di reti comprendenti diversi istituti di conservazione. Sono state analizzate alcune realtà e si può osservare che, ad oggi, quello su base geografica è il criterio di aggregazione più diffuso per la realizzazione di digital libraries.

BEIC – Biblioteca Europea di Informazione e Cultura

La BEIC, Biblioteca Europea di Informazione e Cultura, rappresenta una realtà singolare nel panorama italiano: la biblioteca, che non dispone ancora di una sede fisica, ha infatti investito nell’implementazione di una digital library che è parte integrante del progetto della struttura sin dalla sua ideazione. La BeicDL è stata inaugurata il 30 dicembre 2012, quando conteneva ‘soltanto’ 2.000 volumi digitalizzati6 . Attualmente, a distanza di più di 10 anni, la digital library dà accesso gratuito a quasi 40.000 volumi, a quasi 6 milioni di immagini digitali e a circa 40.000 file audio.BEIC
La BeicDL non è spinta da esigenze di sola valorizzazione di una particolare collezione o dalla necessità di preservare alcuni esemplari a rischio di deterioramento, ma mira a fornire gli strumenti necessari all’accrescimento delle conoscenze di ciascun cittadino, rendendo disponibili da un unico punto di accesso risorse dislocate in sedi fisiche tra loro distanti. La BEIC, dunque, intende rendere accessibili i testi cardine della cultura europea attingendo a collezioni di altre biblioteche sia italiane che straniere, talvolta anche contribuendo alla digitalizzazione di raccolte rimaste incomplete7 .
La BEIC opera anche nella prospettiva del web semantico, con l’esplicitazione dei collegamenti tra i diversi elementi del repository digitale, per permettere all’utente di espandere la propria rete di ricerca anche tramite rimandi a fonti esterne: «La quantità di materiale digitalizzato, la mole dei saperi che esso documenta e la varietà delle forme documentarie consente di pensare alla biblioteca digitale non soltanto come uno scaffale dal quale di volta in volta estrarre il volume di proprio interesse, ma come la fonte da cui attingere dati e oggetti che diano sostanza a prodotti e servizi autonomi, fruibili da utenti di età e preparazione differenti»8 .

La Biblioteca Digitale Lombarda

La Biblioteca Digitale Lombarda è stata sviluppata a partire dal 2008. Biblioteca digitale lombardaNel corso degli anni la quantità di beni digitalizzati è stata accresciuta, così come i servizi di accesso. Attualmente sulla piattaforma è possibile la consultazione di più di 40.000 oggetti digitali di varia natura (manoscritti, edizioni antiche, fondi archivistici, collezioni di libri moderni, libretti per musica, periodici storici, cartografia, stampe e disegni, erbari), conservati in venti istituti lombardi coinvolti nel progetto. L’utente può effettuare delle ricerche libere ma, soprattutto, può esplorare le collezioni in cui il materiale digitalizzato è organizzato9 .

La Biblioteca Digitale Ligure

Biblioteca digitale ligure

Anteprima della collezione “La mensa dei poveri, la mensa dei ricchi: cibo e dintorni” sulla Biblioteca Digitale Ligure

Anche la Biblioteca Digitale Ligure presenta i contenuti già suddivisi in collezioni. Viene tuttavia specificato che ad ogni collezione corrisponde un intervento di digitalizzazione e che quindi possono esserci, tra le varie raccolte, differenze nella tecnologia di acquisizione di immagini e metadati: la digital library è, in questo caso, il collettore di progetti di digitalizzazione preesistenti.

Il Polo digitale degli Istituti Culturali di Napoli

Grazie all’iniziativa di cinque istituti culturali napoletani, l’Istituto Italiano per gli Studi Storici, il Pio Monte della Misericordia, la Società Napoletana di Storia Patria e la Fondazione Biblioteca Benedetto Croce, ai quali si è presto aggregata anche la Cappella del Tesoro di San Gennaro, è stato sviluppato il Polo digitale degli Istituti Culturali di Napoli: a partire dal 2013, gli enti coinvolti hanno deciso di unire i fondi di cui disponevano per la realizzazione di un progetto collettivo di digitalizzazione.

Polo digitale Napoli _ collezioni

L’organizzazione in collezioni del Polo Digitale degli Istituti Culturali Napoletani

Il progetto si avvale della collaborazione di ICCU che ha contribuito all’implementazione dell’infrastruttura informatica, in particolare con la realizzazione di un software gestionale che offre la possibilità di estrarre dati in formato RDF a partire dai cataloghi SBN10 . Il progetto di sviluppo dei software e della piattaforma informatica è proceduto in concomitanza con la campagna di digitalizzazione di documenti d’archivio, di testi a stampa antichi e di materiale grafico. Attualmente, il portale del Polo digitale degli Istituti Culturali di Napoli raccoglie circa 620.000 oggetti digitali esplorabili tramite ricerca libera ma che, ancora una volta, sono organizzati in collezioni che corrispondono, in questo caso, agli enti conservatori degli oggetti fisici.

CoBiS LOD – Digital Library & Archives: il progetto di digitalizzazione attuato dalle biblioteche CoBiS

Tra le esperienze di cooperazione a livello territoriale è ascrivibile anche il progetto CoBiS Digital Library & Archives, avviato da 17 biblioteche afferenti al CoBiS nell’aprile 2018. Si tratta di un intervento di digitalizzazione di fondi bibliografici e archivistici finanziato dalla Regione Piemonte e finalizzato alla consultazione e la diffusione dei beni degli istituti coinvolti. A una prima fase di selezione del materiale, che ha incluso anche la ricognizione dei testi già digitalizzati da altri enti così da evitare inutili duplicazioni, è seguita l’acquisizione di circa 180.000 immagini di documenti archivistici e bibliografici. Le digitalizzazioni sono poi state riversate su Internet Archive con la creazione della collezione dal nome Collezioni digitali di area piemontese. La diffusione tramite Internet Archive rappresenta l’anello di congiunzione tra il progetto CoBiS Digital Library & Archives ed il progetto CoBiS LOD, attivo già dal 2015 e volto alla creazione di un unico punto di accesso per i cataloghi delle biblioteche aderenti e alla conversione dei dati catalografici in linked open data interoperabili. I record catalografici presentano dei collegamenti con fonti esterne, tra le quali figura anche Internet Archive: associando al record dell’opera digitalizzata l’URL Internet Archive della risorsa digitale, le digitalizzazioni diventano raggiungibili direttamente dal catalogo. Questo sistema offre la possibilità di recuperare e collegare al catalogo anche le digitalizzazioni realizzate da altri enti.Portale CoBiS LOD

Considerazioni conclusive

Ad oggi, in Italia esiste un patrimonio di beni culturali digitalizzati considerevole ma frammentato ed è difficile avere un elenco completo delle risorse digitalizzate e dei punti di accesso. Tuttavia, osservando alcune esperienze sia locali che nazionali, e prendendo atto delle criticità con cui un tale processo di transizione digitale deve far conto, è possibile individuare alcuni punti chiave per un processo condiviso:

  • L’importanza della cooperazione per la realizzazione di progetti di rete che presenta indubbi vantaggi sul piano economico e della sostenibilità. La disponibilità di maggiori risorse economiche permette la creazione di un ambiente virtuale unico nel quale esplicitare, tra riproduzioni digitali, le relazioni che la collocazione fisica degli oggetti non permette di visualizzare nella realtà. Ciò agevola la realizzazione di percorsi tematici che orientano l’utente nella ricerca e rende possibile la ricomposizione di collezioni smembrate (si pensi ai periodici, spesso posseduti dagli enti conservatori in collezioni incomplete, ma integrabili digitalmente tramite il contributo di altre istituzioni)11 .
  • La necessità di adottare standard validi e condivisi, in tutte le fasi della digitalizzazione. Occorre uniformare i criteri di acquisizione delle immagini, di raccolta di metadati, di conservazione degli oggetti digitali, così da limitare i danni legati all’obsolescenza dei formati e dei supporti. La condivisione di standard, insieme all’apertura dei dati, è il presupposto necessario a garantire l’interoperabilità, ovvero la possibilità di scambio di informazioni tra infrastrutture, e, di conseguenza, alla ricostruzione di una rete di relazioni semantiche di cui gli oggetti culturali digitali rappresentano i nodi.
  • L’attenzione rivolta, in primo luogo, all’utenza, con l’impegno da parte degli istituti conservatori a garantire l’accessibilità e la fruibilità di una quantità sempre maggiore di risorse digitalizzate. L’accessibilità, come viene ricordato nel PND, «non rappresenta solo un diritto dei cittadini ma il dovere di ogni istituto culturale»12  ed è un aspetto da pianificare nel momento in cui il percorso di digitalizzazione viene ideato; essa non si concretizza solo nella diffusione di contenuti scientificamente accurati, ma anche nella possibilità, che viene data a ciascun utente, di decodificare autonomamente le informazioni e di fruire attivamente del patrimonio.

Note

1 Storia della Biblioteca Digitale italiana (BDI), in ICCU, Istituto Centrale per il Catalogo Unico: https://www.iccu.sbn.it/it/internet-culturale/storia-della-biblioteca-digitale-italiana-bdi/index.html
2 Internet Culturale: cataloghi e collezioni digitali delle biblioteche italiane, in ICCU, Istituto Centrale per il Catalogo Unicohttps://www.iccu.sbn.it/it/internet-culturale/
3 La Biblioteca Digitale Italiana ed il Network Turistico Culturale (BDI&NTC), in ICCU, Istituto Centrale per il Catalogo Unico: https://www.iccu.sbn.it/it/attivita-servizi/attivita-nazionali/pagina_328.html
4 Istituto Centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale – Digital Library, Piano nazionale di digitalizzazione del Patrimonio Culturale, p. 8.
5 Alphabetica, il nuovo portale per esplorare il patrimonio delle biblioteche italiane, in Digital Library. Istituto centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale: https://digitallibrary.cultura.gov.it/notizie/alphabetica-il-nuovo-portale-per-esplorare-il-patrimonio-culturale-delle-biblioteche-italiane/
6 Garlaschi, Maria Luisa, Il percorso compiuto, 1997-2014, in Padoa-Schioppa, Antonio (a cura di), La Biblioteca europea di Milano. Vicende e traguardi di un Progetto, Milano, Skira, 2014, p. 36.
7 Si segnala, in tale prospettiva, la scelta attuata in collaborazione con il Dipartimento di Italianistica dell’Università La Sapienza di digitalizzare interamente il corpus di incunaboli in lingua volgare, indipendentemente dalla sede di conservazione dei testi, per consentire la creazione di un unico catalogo collettivo.
8 Weston, Paul Gabriele, La Biblioteca digitale Beic (BeicDL): finalità, caratteristiche, realizzazioni e prospettive, in Padoa-Schioppa, Antonio (a cura di), La Biblioteca europea di Milano. Vicende e traguardi di un Progetto, Milano, Skira, 2014, p. 90.
9 Sviluppo e arricchimento della Biblioteca Digitale Lombarda. Digitalizzazione di patrimoni culturali in Regione Lombardia in Regione Lombardia: https://www.regione.lombardia.it/wps/portal/istituzionale/HP/DettaglioRedazionale/servizi-e-informazioni/cittadini/Cultura/biblioteche-e-archivi/bdl-la-digitalizzazione-dei-patrimoni-culturali/bdl-la-digitalizzazione-dei-patrimoni-culturali
10 Una descrizione dettagliata delle caratteristiche tecniche è presente in Cerullo, Luigi, Il Polo digitale degli istituti culturali di Napoli, «DigItalia», 10(1/2), pp. 102-120, 2015.
11 A tal proposito, si segnala che la seconda campagna di digitalizzazione avviata dall’Istituto centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale è intitolata «CARTA» e mira alla digitalizzazione dei quotidiani pubblicati nell’Italia postunitaria, tra il 1861 e il 1955. Il progetto mira a rendere fruibile una tipologia di materiale fragile e di difficile reperimento, a rendere possibile una ricerca full-text tramite l’adozione della tecnologia OCR e, anche, a ricostruire virtualmente la consistenza più possibile completa delle singole testate.
12 Istituto Centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale – Digital Library, Piano nazionale di digitalizzazione del Patrimonio Culturale, p. 18.

Bibliografia

Borgi, Elena / Calabrese, Valeria / Morabito, Gabriella / Secinaro, Emanuela / Viotto, Anna Maria,Biblioteche in cammino. L’esperienza del CoBiS: i progetti Linked Open Data e Digital library, «DigItalia» 14 (2), pp. 43-61, 2019. Disponibile al link: https://digitalia.cultura.gov.it/article/view/2317.

Cerullo, Luigi,Il Polo digitale degli istituti culturali di Napoli, «DigItalia», 10(1/2), pp. 102-120, 2015. Disponibile al link: https://digitalia.cultura.gov.it/article/view/1479

ICCU,Linee di indirizzo per i progetti di digitalizzazione del materiale fotografico, Roma, 2004. Disponibile al link: https://www.iccu.sbn.it/export/sites/iccu/documenti/Linee_guida_fotografie.pdf

Istituto Centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale – Digital Library, Piano nazionale di digitalizzazione del Patrimonio Culturale, Roma, 2023.

Lambroni, Giovanna / Pace, Domenico, I giornali quotidiani italiani nel Piano nazionale di digitalizzazione, «DigItalia» 18 (1), pp. 24-29, 2023. Disponibile al link: https://digitalia.cultura.gov.it/article/view/3003

Moro, Laura, Alphabetica e il nuovo Ecosistema digitale dei servizi bibliografici nazionali, «DigItalia» 17 (1), pp. 28-30, 2022. Disponibile al link: https://digitalia.cultura.gov.it/article/view/2953

Padoa-Schioppa, Antonio (a cura di), La Biblioteca europea di Milano. Vicende e traguardi di un Progetto, Milano, Skira, 2014.

Tomasi, Francesca, Metodologie informatiche e discipline umanistiche, Roma, Carocci, 2008.

Sitografia

Biblioteca Digitale Ligure. URL: https://bibliotecadigitale.regione.liguria.it/opacbdl/opac/bdl/index.jsp

Progetto CoBiS Digital Library & Archives in CoBiS. URL: https://cobis.to.it/progetto-cobis-digital-library-archives/

Storia della Biblioteca Digitale Italiana (BDI), in ICCU – Istituto Centrale per il Catalogo Unico. URL: https://www.iccu.sbn.it/it/internet-culturale/storia-della-biblioteca-digitale-italiana-bdi/index.html

Sviluppo e arricchimento della Biblioteca Digitale Lombarda. Digitalizzazione di patrimoni culturali in Regione Lombardia. URL: https://www.regione.lombardia.it/wps/portal/istituzionale/HP/DettaglioRedazionale/servizi-e-informazioni/cittadini/Cultura/biblioteche-e-archivi/bdl-la-digitalizzazione-dei-patrimoni-culturali/bdl-la-digitalizzazione-dei-patrimoni-culturali

MINERVA – MInisterial NEtwoRk for Valorising Activities in digitization, in CORDIS, Risultati della Ricerca dell’UE. URL: https://cordis.europa.eu/project/id/IST-2001-35461/it

Linee guida per la digitalizzazione del patrimonio culturale, in DocsItalia. Documenti pubblici digitali. URL: https://docs.italia.it/italia/icdp/icdp-pnd-digitalizzazione-docs/it/consultazione/index.html

Tutti i link sono stati consultati nel mese di Ottobre 2023.